Ilaria Piacenza
domenica 28 novembre 2010
C'era una volta il Castello dei sorrisi
Ilaria Piacenza
venerdì 26 novembre 2010
Se la realtà diventa fiction...
Un finto salvataggio di immigrati sulle coste calabresi, mandato in onda dal tg1 delle 20; fatti che si presumono di cronaca ripresi da veri e propri set fotografici; “gaffe” e rettifiche dei più prestigiosi quotidiani nazionali e internazionali; piccoli e grandi “ritocchi” fotografici e di montaggio per “abbellire” la realtà o per renderla ancora più vera agli occhi dello spettatore.
È questa la battaglia che da un po’ di anni porta avanti Marco Reis, giornalista professionista e docente a contratto presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Torino. Ed è di questo che ha parlato nell’incontro pubblico svoltosi nella nostra Università, nell’ambito del progetto “Facoltà di Comunicare”. Attraverso l’Osservatorio sull’Informazione (di cui è presidente) e il sito www.malainformazione.it (di cui è direttore), Reis vuole portare a galla quella che è diventata una prassi troppo diffusa nel mondo della produzione di notizie.
Già, perché di questo si tratta, di produzione, come Reis afferma più volte: il mondo dell’informazione può essere anche un’industria, che confeziona delle “belle” notizie, “belle” dal punto di vista narrativo, perfette a tal punto da diventare delle vere e proprie “storie”. Inventate, interamente o in parte.
Certo, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, come il buon senso comune ci suggerisce, ma alcuni spunti aiutano sicuramente a riflettere e a difendersi, per quanto possibile. Non mi dilungherò nel resoconto dettagliato di quanto detto da Reis durante la conferenza. Gran parte potete già trovarlo sul suo sito, sopra menzionato. Vorrei però portare un fatto -incredibile, per certi aspetti- che si è svolto proprio in nostra presenza, a riprova di quanto questo tema sia “scottante” per gli stessi organi d'informazione. Ebbene, a quell’incontro erano presenti anche due giornaliste di un'importante testata locale (di Verona si intende) che, una volta comunicato al loro caporedattore il tema che si stava affrontando, sono state invitate a non realizzare alcun pezzo al riguardo. Nessun giudizio di valore da parte mia, solo un dato di fatto.
martedì 23 novembre 2010
Editoriale di apertura
Reduce dalla terza puntata di “Vieni via con me” di Saviano e Fazio, anch’io voglio stilare un mio personalissimo “elenco”. Lo voglio chiamare “elenco dei motivi per cui ho deciso di collaborare a questo blog”. Ecco dunque la mia serie di “perché”… Perché anche se il web è pieno di blog, il nostro sarà sempre diverso dagli altri. Perché vogliamo fare di questo spazio un luogo di condivisione e confronto di idee, le nostre e le vostre. Perché se è vero che fa più notizia l’uomo che morde un cane, di sensazionalismo ce n’è fin troppo in giro. Perché tra la cronaca nera e quella rosa c’è anche quella bianca (più tutta una serie di altre sfumature). Perché vogliamo dare spazio anche a quella parte di realtà che funziona, fatta di persone che si impegnano per farla funzionare. Perché si tratta di un viaggio, che magari ci porterà lontano…
Katia Ferraro